«Questo
mio libro si propone di narrare la vita dell’uomo Michelangelo, d’indagare,
attraverso le vicende, le amicizie, le inimicizie, le debolezze, le sventure,
le ascensioni e le confessioni, l’animo suo, il suo carattere, il suo spirito.
Si dirà che a noi posteri importa più l’arte che l’artefice e che non francherebbe la spesa occuparsi di quel tale italiano
nato il 6 marzo 1475 se non avesse scolpito il Mosè e non avesse dipinto la Sistina. E’ vero, ma d’altra parte una
delle più ridicolose e perniciose storture della
critica italiana di questo tempo consiste nel credere che si possa, anzi si
debba, notomizzare e cincischiare all’infinito le
opere famose senza tener conto del loro autore, della sua vita, della sua
natura, del tempo e del luogo e del suo cerchio ov’egli
crebbe e pensò e operò. Mi sono venute fra mano monografie su pittori o
scrittori, stillate dalle profondissime nari di questi critici pneumatici,
dove non è possibile trovare neanche la data di nascita dell’artista del
quale, per centinaia di pagine, tediosamente discorrono o capricciosamente ghiribizzano. (…) In questo
libro, dunque, io mi son proposto di seguire e di
capire l’uomo in tutti i momenti e gli aspetti della sua vita. E siccome le sue
opere sono gli avvenimenti maggiori di tale vita, discorrerò anche delle
Opere ma solo in quanto sono atti ed espressioni del suo esistere come uomo; solo
in quanto sono indizi e documenti per conoscere più davvicino
la sua natura, la sua mente, la sua sorte. Non si cerchino, dunque, in questa
mia opera le volate di alta estetica, formale o cabalistica, nelle quali si
compiacciono i bravi specialisti della critica d’arte del nostro tempo (dalla
Prefazione, datata 2
settembre 1949)».
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